
13 Feb Employee advocacy – cosa è e a cosa serve
Ci sono marchi famosi che generano spontaneamente supporto pubblicitario dagli utenti (Apple anyone?): ma cosa accade se fan e supporter sono spontaneamente gli impiegati dell’azienda (employee advocate)? L’effetto moltiplicatore è ancora più forte.
Employee Advocacy – Cos’è
Qualsiasi sia il settore in cui operate, avrete probabilmente dei collaboratori che vi supporteranno ogni giorno nelle vostre attività quotidiane. Con ogni probabilità saranno felici di lavorare per voi, e utilizzeranno, per libera scelta, qualcuno dei vostri prodotti.
Quelli che, tra loro, troveranno il vostro prodotto valido, tenderanno a pubblicizzarlo tra amici e parenti, ad usarlo in maniera intensiva, magari mostrando sui social o in altri contesti l’orgoglio di far parte della vostra famiglia.
Pensate ad un dipendente che mangia il tonno che produce, magari a tavola con i figli e la famiglia. Fa un selfie e aggiunge quando lo pubblica “orgoglioso di lavorare con $nome”.
Chiunque tenderebbe a fidarsi di un’immagine simile, facendo pesare poco nel contesto, il fatto che provenga da qualcuno legato al brand: ecco a voi la Employee Advocacy, ovvero la promozione di un brand o prodotto, disintermediata rispetto al marketing, spontaneamente portata avanti da qualcuno che lavora per l’azienda produttrice.
Vantaggi
I vantaggi sono senza dubbio molteplici ed evidenti, a partire dalla maggiore credibilità del messaggio grazie alla disintermediazione del dipendente, che è persona e non marchio poichè si espone, ed esprime, in prima persona.
Accanto a questo si migliora la coesione del gruppo di lavoro, perché si favorisce la diffusione di un giudizio positivo sul prodotto mentre si aiuta la conoscenza delle attività interne all’azienda: pensate ai processi produttivi, alle condizioni di lavoro, all’ambiente in cui il dipendente opera.
Tutti valori e processi su cui l’azienda ha investito ma che possono non essere conosciuti internamente o peggio ancora non veicolati all’esterno.
Strategie di employee advocacy possibili
Ovviamente il miglioramento dell’immagine aziendale crea tutta una serie di esternalità positive: attrae talenti, crea interesse, produce pubblicità gratuità, favorisce la coesione aziendale.
Per raggiungere tali obiettivi è necessaria una strategia ad hoc, offrendo sempre la massima trasparenza: dovete anzitutto selezionare i soggetti più attivi e validi dopo uno screening interno, lasciando sempre libertà di espressione a tutti entro normali canoni che stabilirete insieme. Il vostro indirizzo o supporto non deve mai tradursi in burocrazia, controllo, mancanza di spontaneità e libertà: il rischio è di distruggere tutto ciò che si è creato o si potrebbe creare.
Ovviamente i dipendenti andranno stimolati: potete e dovete farlo tramite eventi dedicati (giornata tour fotografico, visita altro stabilimento, scambio posti di lavoro, etc) e formazione ah hoc, cioè corsi e aggiornamenti forniti da professionisti, necessari a trarre il massimo dai propri contenuti, migliorando capacità e abilità.
Rischi
Oltre ai vantaggi, esistono anche dei rischi concreti: non è difficile immaginare come dipendenti arrabbiati, prodotti inadeguati e problemi interni possano trasformarsi in un boomerang per l’immagine aziendale. La valutazione ovviamente spetta a voi.
Tuttavia le opportunità offerte sono cosi ricche, se sapute gestire, da superare tutti i rischi; fondamentale in questo senso è affidarsi, se non avete un ufficio marketing interno o se questo non ha le competenze necessarie, al supporto di un professionista esterno che dovrà ovviamente offrirvi una analisi completa, un piano di implementazione della proposta e dei KPI che vi diano misura del lavoro svolto e dei risultati raggiunti.
Domande o suggerimenti? Lasciate un commento.
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